venerdì 19 dicembre 2014

LA TRINITA': Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, Unico Dio in Tre Persone Divine

Che cosa insegna la Sacra Bibbia sulla Trinità?


Uno degli argomenti più discussi della Religione Cattolica è proprio il tema della Trinità. Qui, viene fatto un breve riassunto concettuale, di come sia presente Dio (=Trinità), nella Bibbia, e di come capire la natura Trinitaria di Dio sia essenziale per un Cristiano.
La cosa più difficile riguardo al concetto cristiano di Trinità è che non esiste alcun modo di spiegarlo adeguatamente. La Trinità è un concetto che è impossibile da comprendere appieno per qualunque essere umano, per non parlare di spiegarlo. Dio è infinitamente maggiore di noi, perciò non dovremmo aspettarci di riuscire a comprenderLo appieno. La Bibbia insegna che il Padre è Dio, che Gesù è Dio e che lo Spirito Santo è Dio. La Bibbia insegna anche che esiste soltanto un Dio. Anche se possiamo comprendere alcuni fatti riguardo al rapporto tra le diverse persone della Trinità fra loro, in definitiva la Trinità resta incomprensibile per la mente umana. Tuttavia, questo non significa che essa non sia vera o che non sia basata sugli insegnamenti della Bibbia.

Studiando quest’argomento, tieni a mente che il termine "Trinità" non viene impiegato nella Scrittura. Si tratta di un termine utilizzato per cercare di descrivere l’Iddio trino, il fatto che vi siano 3 persone coesistenti e coeterne a costituire Dio. Devi capire che questo NON suggerisce in alcun modo che vi siano tre dèi. La Trinità è un solo Dio costituito da tre persone. Non c’è nulla di sbagliato nell’impiegare il termine "Trinità", sebbene questa parola non compaia nella Bibbia. È più breve dire la parola "Trinità" anziché "tre persone coesistenti e coeterne che costituiscono un solo Dio". Se questo per te rappresenta un problema, considera quanto segue: nemmeno la parola nonno viene usata nella Bibbia. Eppure, sappiamo che nella Bibbia c’erano dei nonni. Abraamo era il nonno di Giacobbe. Perciò, non attaccarti semplicemente al termine "Trinità". La cosa che dovrebbe essere davvero importante è che il concetto RAPPRESENTATO dalla parola "Trinità" esiste eccome nella Scrittura. Dopo questa insolita introduzione, ecco dei versetti biblici per la discussione sulla Trinità.

1) Esiste un solo Dio: Deuteronomio 6:4; 1 Corinzi 8:4; Galati 3:20; 1 Timoteo 2:5.

2) La Trinità consta di tre Persone: Genesi 1:1; 1:26; 3:22; 11:7; Isaia 6:8; 48:16; 61:1; Matteo 3:16-17; Matteo 28:19; 2 Corinzi 13:14. Rispetto ai passi dell’Antico Testamento, è utile conoscere l’ebraico. In Genesi 1:1 è impiegato il nome plurale "Elohim". In Genesi 1:26; 3:22; 11:7 e Isaia 6:8 è impiegato il pronome plurale per "noi". Che "Elohim" e "noi" si riferiscano a più di due è FUORI questione. In italiano abbiamo soltanto due forme: singolare e plurale. In ebraico ci sono tre forme: singolare, duale e plurale. Il duale è SOLO per due. In ebraico, la forma duale è utilizzata per le cose che vengono in coppia come gli occhi, le orecchie e le mani. Il termine "Elohim" e il pronome "noi" sono alla forma plurale — sicuramente più di due — e devono far riferimento a tre o a più (Padre, Figlio e Spirito Santo).

In Isaia 48:16 e 61:1 si sta parlando il Figlio facendo riferimento al Padre e allo Spirito Santo. Confronta Isaia 61:1 con Luca 4:14-19 per vedere che si sta parlando il Figlio. Matteo 3:16-17 descrive l’avvenimento del battesimo di Gesù. Nota che qui è Dio Spirito Santo a scendere su Dio Figlio mentre Dio Padre proclama il Suo compiacimento nel Figlio. Matteo 28:19 e 2 Corinzi 13:14 sono alcuni esempi delle tre persone distinte nella Trinità.

3) I membri della Trinità vengono distinti fra loro in vari passi: nell’Antico Testamento, "SIGNORE" viene distinto da "Signore" (Genesi 19:24; Osea 1:4). Il "SIGNORE" ha un "Figlio" (Salmi 2:7, 12; Proverbi 30:2-4). Lo Spirito viene distinto dal "SIGNORE" (Numeri 27:18) e da "DIO" (Salmi 51:10-12). Dio Figlio viene distinto da Dio Padre (Salmi 45:6-7; Ebrei 1:8-9). Nel Nuovo Testamento, è in Giovanni 14:16-17 che Gesù parla al Padre riguardo all’invio di un Consolatore, lo Spirito Santo. Questo mostra che Gesù non considerava di essere il Padre o lo Spirito Santo. Considera anche tutte le altre volte in cui Gesù parla al Padre nei Vangeli. Stava parlando a se stesso? No. Parlava a un’altra persona della Trinità: il Padre.

4) Ogni membro della Trinità è Dio: il Padre è Dio: Giovanni 6:27; Romani 1:7; 1 Pietro 1:2. Il Figlio è Dio: Giovanni 1:1, 14; Romani 9:5; Colossesi 2:9; Ebrei 1:8; 1 Giovanni 5:20. Lo Spirito Santo è Dio: Atti 5:3-4; 1 Corinzi 3:16. (Colui che viene a dimorare è lo Spirito Santo: Romani 8:9; Giovanni 14:16-17; Atti 2:1-4).

5) La subordinazione all’interno della Trinità: la Scrittura mostra che lo Spirito Santo è subordinato al Padre e al Figlio e che il Figlio è subordinato al Padre. Questa è una relazione interna e non nega la divinità di una qualunque delle persone della Trinità. Questa è semplicemente un’area che le nostre menti finite non possono comprendere riguardo al Dio infinito. Riguardo al Figlio, cfr. Luca 22:42; Giovanni 5:36; Giovanni 20:21; 1 Giovanni 4:14. Riguardo allo Spirito Santo, cfr. Giovanni 14:16; 14:26; 15:26; 16:7 e specialmente Giovanni 16:13-14.

6) I compiti dei singoli membri della Trinità: il Padre è la fonte o causa ultima: 1) dell’universo (1 Corinzi 8:6; Apocalisse 4:11); 2) della rivelazione divina (Apocalisse 1:1); 3) della salvezza (Giovanni 3:16-17) e 4) delle opere umane di Gesù (Giovanni 5:17; 14:10). Il Padre INIZIA tutte queste cose.

Il Figlio è lo strumento mediante cui il Padre compie le seguenti opere: 1) la creazione e il mantenimento dell’universo (1 Corinzi 8:6; Giovanni 1:3; Colossesi 1:16-17); 2) la rivelazione divina (Giovanni 1:1; Matteo 11:27; Giovanni 16:12-15; Apocalisse 1:1) e 3) la salvezza (2 Corinzi 5:19; Matteo 1:21; Giovanni 4:42). Il Padre compie tutte queste cose mediante il Figlio, che funge da Suo strumento.

Lo Spirito Santo è il mezzo mediante cui il Padre compie le seguenti opere: 1) la creazione e il mantenimento dell’universo (Genesi 1:2; Giobbe 26:13; Salmi 104:30); 2) la rivelazione divina (Giovanni 16:12-15; Efesini 3:5; 2 Pietro 1:21); 3) la salvezza (Giovanni 3:6; Tito 3:5; 1 Pietro 1:2) e 4) le opere di Gesù (Isaia 61:1; Atti 10:38). Pertanto, il Padre compie tutte queste cose per la Potenza dello Spirito Santo.

Nessuno degli esempi popolari è una descrizione completamente accurata della Trinità. L’uovo (o la mela) è inadeguato perché il guscio, l’albume e il tuorlo sono parti dell’uovo, non di per se stesse l’uovo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono parti di Dio: ognuno di loro è Dio. L’esempio dell’acqua è alquanto migliore, ma non riesce nemmeno a descrivere adeguatamente la Trinità. Il liquido, il vapore e il ghiaccio sono forme dell’acqua. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono forme di Dio: ognuno di loro è Dio. Perciò, sebbene questi esempi possano darci un’immagine della Trinità, l’immagine non è del tutto accurata. Un Dio infinito non può essere pienamente descritto da un esempio finito. Anziché concentrarti sulla Trinità, cerca di concentrati sul fatto della grandezza e della natura infinitamente superiore di Dio rispetto alla nostra: "Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti, ‘chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere?’" (Romani 11:33-34).
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Nella Bibbia è descritto un episodio singolare che ci fa comprendere la natura Una e Trina di Dio, già fin dall'Antico Testamento. In Gn. 18,1-14 è scritto:
"Poi il Signore apparve a lui alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: "Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perchè è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo". Quelli dissero: "Fa' pure come hai detto." Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: "Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce." All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: "Dov'è Sara, tua moglie?". Rispose: "E' là, nella tenda." Il Signore riprese: "Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio." Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!". Ma il Signore disse ad Abramo: "Perchè Sara ha riso dicendo: potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio."

Dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Canto III del Purgatorio:
"Matto è chi spera che nostra ragione
        possa trascorrer la infinita via

36 che tiene una sustanza in tre persone.
State contenti, umana gente, al quia;

ché se potuto aveste veder tutto,
39 mestier non era parturir Maria; [...]"


Dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Canto XXXIII del Paradiso:
   "Ne la profonda e chiara sussistenza
de l'alto lume parvermi tre giri
di tre colori e d'una contenenza;


120      e l'un da l'altro come iri da iri
parea reflesso, e 'l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri.


123      Oh quanto è corto il dire e come fioco
al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi,
è tanto, che non basta a dicer "poco".


126      O luce etterna che sola in te sidi,
sola t'intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!


129      Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso,
da li occhi miei alquanto circunspetta,


132      dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo.


135      Qual è 'l geomètra che tutto s'affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond'elli indige,


138      tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova;


141      ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne.


144      A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,


       l'amor che move il sole e l'altre stelle."


IL SOGNO DI S. AGOSTINO:
Agostino, famoso per la sua cultura e considerato un grande sapiente e un fine teologo, camminava lungo la spiaggia meditando sul concetto di Trinità, quando vide un bambino intento a scavare una buca, e si fermò ad osservarlo. Il fanciullo correva verso il mare e, con una conchiglia, raccoglieva l'acqua per portarla fino alla buca, dove la versava. Guardava per un poco nella buca, quindi ripartiva correndo verso il mare, prendeva ancora un po' d'acqua e la portava alla buca nella sabbia, per versarla. Dopo aver osservato diverse volte la ripetizione di questa scena, Agostino si avvicinò al bambino e chiese: "Cosa stai facendo?". Il piccolo rispose: "Voglio mettere tutta l'acqua del mare dentro la buca che ho scavato!". L'uomo, divertito e con aria di sufficienza bonaria, replicò: "Ma non vedi che l'acqua viene assorbita e sparisce poco dopo che l'hai versata? E come può quel mare immenso che vedi entrare in una buca così piccola come quella che hai scavato?". Il bimbo lo fissò e tacque alcuni istanti. Poi replicò: "Io non posso svuotare il mare e farlo entrare in questa buca? E tu, come puoi pensare di comprendere, nella tua piccola intelligenza, la grandezza di Dio che è infinitamente più grande del mare?". il grande pensatore chinò il capo, umiliato, e dopo alcuni istanti lo rialzò commosso.
Secondo un'altra versione, prima che l'angelo sparisse (il bambino, infatti, sie era rivelato tale), il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, che se l'uomo non aveva ricevuto una mente sufficientemente potente da capire il Mistero Divino, la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i Suoi Mistero fossero compresi dall'uomo. "Perché Dio non vuole essere capito?", avrebbe domandato il Santo al bambino divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito", rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con la conchiglia divenuta improvvisamente grandissima e mostruosa, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. 
A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi, e capì.



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